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La startup innovativa – la nuova forma di impresa veloce e dinamica

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Rendere l’Italia un Paese più ospitale per le nuove imprese innovative, le startup – siano esse digitali, industriali, artigianali, sociali, legate al commercio o all’agricoltura, o ad altri settori dell’economia, significa innanzitutto tentare di innescare un’inversione di tendenza in fatto di crescita economica e di occupazione, in particolare giovanile. Ma significa anche spingere affinché il nostro Paese diventi più veloce e dinamico, capace di tornare a scommettere sulle sue energie migliori.

Nel 2012 è stata introdotta nel nostro Paese la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa: per questo tipo di impresa è stato predisposto un quadro di riferimento a livello nazionale che interviene su materie differenti come la semplificazione amministrativa, il mercato del lavoro, le agevolazioni fiscali, il diritto fallimentare.

La sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative, con il report delle società iscritte aggiornato con periodicità settimanale, testimonia che centinaia di imprese sono impegnate attivamente nella creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all’attività imprenditoriale.

LA NORMATIVA SULLE STARTUP INNOVATIVE

Il 19 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge 221/2012 di conversione del Dl 179/2012, detto “Decreto Crescita 2.0”, con cui il Governo stabilisce una normativa a favore dello sviluppo del tessuto produttivo nel nostro Paese. La Sezione IX della legge parla di un nuovo tipo di “impresa”: la startup innovativa. La definizione e l’etimologia della parola si arricchiscono del termine “innovativa” che denota il carattere appunto innovativo/tecnologico del prodotto o servizio che caratterizza l’identità della startup.

COSA SI INTENDE PER INNOVATIVA?

le startup innovative sono società di capitali costituite, anche in forma cooperativa, in Italia o in un altro Paese dell’UE, che abbiano però una sede produttiva o una filiale in Italia e come oggetto sociale esclusivo o prevalentelo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

Inoltre:

  • É costituita da non più di 60 mesi dalla data di presentazione della domanda. Ciò significa che, dopo 5 anni, non si è più una startup innovativa.
  • A partire dal secondo anno di attività come startup innovativa, il totale del valore della produzione annua non è superiore a 5 milioni di euro (e deve risultare dall’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio).
  • Non distribuisce e non ha distribuito utili.
  • Non nasce da fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
  • Fondamentale che il contenuto innovativo della startup sia identificato da almeno uno di questi tre elementi:
    • le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della startup innovativa. Da questa categoria di spese, sono escluse quelle per l’acquisto e la locazione di beni immobili mentre sono da considerarsi tali le spese legate allo sviluppo precompetitivo e competitivo (per esempio, sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan), quelle relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti, le spese legali sulla proprietà intellettuale.
    • Il team è formato per almeno 1/3 da dottori di ricerca o dottorandi di università italiane o straniere, oppure laureati che, da almeno tre anni, sono impegnati in attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati con sede in Italia o all’estero; oppure per almeno 2/3 da soci o collaboratori che hanno conseguito una laurea magistrale.
    • È titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto registrato (privativa industriale) oppure titolare dei diritti relativi ad un “programma per elaboratore originario” (software) registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore (SIAE), che siano direttamente connessi all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Verificati questi requisiti, è possibile iscriversi alla sezione speciale del Registro imprese riservata alle startup innovative, accedendo così a diverse agevolazioni fiscali e a semplificazioni burocratiche (la cui durata è subordinata ai 5 anni dalla costituzione), quali:

  • atto costitutivo guidato, redatto on line sul portale (http://startup.infocamere.it/atst/compila) e autenticato con firma digitale;
  • esonero dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria per l’iscrizione alla sezione speciale del Registro e del diritto annuale dovuto alla Cciaa;
  • disciplina del lavoro tagliata su misura, con contratti di assunzione del personale di minimo 6 mesi e massimo 36, dopo i quali ci potrà essere un solo rinnovo di 12 mesi. Scaduti i 48 mesi, si potrà lavorare nella startup innovativa esclusivamente a tempo indeterminato;
  • remunerazione dei collaboratori attraverso piani di incentivazione in equity, introduzione del crowdfunding per la raccolta di capitali e accesso semplificato, diretto e gratuito al Fondo Centrale di Garanzia (la garanzia copre fino all’80% del credito erogato dalla banca alle startup innovative e agli incubatori certificati, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro);
  • incentivi fiscali, previsti dalla Legge di bilancio 2017, per chi investe nella startup innovativa: per le persone fisiche consiste in una detrazione dall’IRPEF pari al 30%, per le persone giuridiche in una deduzione dal reddito ai fini IRES del 30%;
  • supporto dell’Ice  nei percorsi di internazionalizzazione, attraverso assistenza in ambito normativo e fiscale e l’offerta di opportunità di partecipazione a fiere ed eventi di matching con potenziali investitori.

LE PMI INNOVATIVE

La legge 24 marzo 2015 n. 33 di conversione del Decreto Legge 3/2015 (“Investment Compact”) ha introdotto la tipologia di impresa “Pmi innovativa”, che ha accesso alla maggior parte delle agevolazioni previste per le startup innovative.

CONCLUSIONI

Nel nostro paese, oggi si contano ben 8744 Startup innovative, perlopiù localizzate in Lombardia (2096).

Tuttavia, nonostante una normativa particolarmente favorevole nel periodo di avvio, gli “startuppers” dovranno scontrarsi, una volta terminata la fase di Startup, con un sistema economico particolarmente farraginoso rispetto a quello di altri Paesi sviluppati. L’Italia infatti è al 46^ posto per “facilità di far business”, infelice posizione raggiunta a causa della difficoltà di accesso al credito (105^ posto) peso fiscale (112^ posto) ed efficienza della giustizia nell’ottenere l’esecuzione di un contratto (108^ posto).

Vi sono quindi, come abbiamo visto, alcuni pro e contro di cui ogni aspirante imprenditore dovrà attentamente tener conto prima di sceglier se avviare un business innovativo nel nostro Paese o se, come alcuni connazionali, puntare sull’Estero.

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